Il Diritto all’Imperfezione

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Viviamo nell’illusione del non giudizio, in un’epoca di giudizio costante, dove la società ci spinge a conformarci a immagini ideali. Questa pressione si è moltiplicata, divenendo una miriade di visioni, ma mantenendo la sua rigidità. Nel cuore di questo panorama, le polifamiglie emergono come entità soggette a giudizi multipli: viste come un’anomalia dai monogami, percepite troppo “tradizionali” da alcune frange poli radicali e, talvolta, pressate dalle insicurezze.

Questi giudizi, uniti agli standard culturali e psicologici che idealizzano la famiglia “perfetta”, e al contempo alle correnti destrutturanti della famiglia, creano un ambiente tempestoso per le polifamiglie. Tuttavia, in mezzo a questa tempesta, emerge un diritto fondamentale e spesso dimenticato: il diritto all’imperfezione. E sì, ogni imperfezione racconta una storia di resilienza e amore, diventando il cuore pulsante delle polifamiglie. Queste non sono debolezze, ma piuttosto testimonianze di autenticità in un mondo che tende a uniformare.

Nella loro imperfezione, le famiglie e le polifamiglie possono trovare la forza di celebrare l’amore in tutte le sue sfaccettature, alti e bassi inclusi. Una melodia unica.

La vita è in continua evoluzione

Nasciamo, cresciamo, invecchiamo, e ogni fase porta nuove sfide e rivelazioni. Questo fluire ci rende vulnerabili, ci fa commettere errori e ci ricorda che siamo umani. Ogni membro di una polifamiglia ha un percorso irripetibile, e questo richiede rispetto per le individualità. Accompagnare, sostenere e perdonare sono fondamentali in questo viaggio, poiché rappresentano il vero tessuto dell’amore.

E mentre l’amore matura e si approfondisce con il tempo, la vecchiaia porta nuove sfide e opportunità di crescita. Le polifamiglie, come tutte le famiglie, vivono nel flusso della vita, dimostrando che l’amore, in tutte le sue forme, è un’avventura affascinante, complessa e profondamente umana.

Quanto basta

Non serve la perfezione, non serve essere modelli, non serve essere mille frammenti o indefiniti e ineffabili, basta trovare un equilibrio che sia “buono quanto basta”, abbracciando le imperfezioni e godendo del viaggio insieme.


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