Polifamiglie nel Medioevo?

Nel cuore del 1300, una novella del Decameron di Giovanni Boccaccio, ci racconta di un amore a tre, consapevole e armonioso.

Parliamo della nona novella della seconda giornata, una storia che oggi potremmo leggere come un esempio letterario ante litteram di polifamiglia consapevole e consensuale.

Lidia è una giovane donna che scopre che il suo sposo, Nathanaele, è attratto dagli uomini. Invece di sentirsi tradita o rinunciare alla relazione, decide di costruire con lui un rapporto basato su sincerità e complicità. Quando entrambi si innamorano del giovane e affascinante Lamberto, scelgono di non entrare in conflitto, ma di accogliere insieme questo amore, condividendolo senza gelosie.

Boccaccio descrive il legame tra i tre con sorprendente delicatezza, senza giudizio né condanna: i protagonisti convivono in armonia, rispetto e affetto reciproco, offrendo al lettore un’immagine positiva e libera delle relazioni umane. Questa novella ci mostra come nel Medioevo ci fossero narrazioni capaci di accogliere e raccontare l’amore in forme plurali, basate su intelligenza emotiva e rispetto. È un messaggio prezioso che ci parla ancora oggi: monito per i molti che parlano in modo “pruriginoso” e scandalistico di poliamori e polifamiglie, media compresi.

Per Polifamiglie, questa è una “polistoria” storica: un tassello letterario che ci ricorda che i legami che escono dai modelli mononormativi hanno radici profonde nella cultura e nella creatività umana. Inoltre, dato che questa storia è stata narrata, vi saranno stati sicuramente dei vissuti che l’hanno ispirata!!!!

Lascia un commento