POLISTORIE

Negli Stati Uniti degli anni ’60 e ’70, parlare apertamente di amori non monogami era quasi un atto rivoluzionario.
Robert Henry. Rimmer (1917–2001), scrittore e pensatore anticonvenzionale, è noto soprattutto per il romanzo The Harrad Experiment (1966), da cui è stato tratto un film nel 1973. Un bestseller  che immagina un college dove i giovani sperimentano relazioni sentimentali libere e paritarie, senza monogamia obbligatoria.
Per Rimmer non era solo letteratura. Egli stesso viveva in una triade familiare stabile. Facevano parte della famiglia: Erma, tecnica dentale, sposata il 1º agosto 1941 da cui aveva avuto due figli; e Barbara, una seconda compagna con cui aveva costruito un legame amoroso a partire dagli anni 60. I tre vivevano sotto lo stesso tetto, con una condivisione completa della quotidianità, con il consenso esplicito e la partecipazione affettiva di tutte le persone coinvolte: pasti, cura dei figli, tempo libero, vita familiare.
Le due donne non erano tra loro partner romantiche o sessuali.
Erano legate da una forte amicizia, rispetto reciproco e co-responsabilità familiare.
Rimmer stesso parlava di una struttura “a V”: lui al centro, partner affettivo di entrambe. In una lettera a un lettore del 1996 scrive: “Barbara e mia moglie sono amiche intime, condividono la casa, la genitorialità, l’affetto, e la vita con me. Ma non sono mai state coinvolte romanticamente tra loro.” In un’epoca in cui quasi nessuno parlava di famiglie multiple senza tradimenti, Rimmer ha vissuto apertamente ciò che oggi chiamiamo polifamiglia consapevole: duratura, convivente, fondata su scelte libere, non imposte, senza bisogno di nascondere o rinunciare. E lo ha fatto senza mai forzare una narrazione erotica o provocatoria: la forza del suo esempio era la normalità, la continuità, la cura.

La sua storia è forse il primo esempio pubblico e coerente di triade familiare vissuta nella trasparenza e nel quotidiano, documentata e raccontata senza finzioni.

Le famiglie poliaffettive non sono una moda recente. Sono esistite, resistite, e hanno amato.
E meritano oggi visibilità, diritti e rispetto.

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